Terremoto in Emilia: com’è la situazione e problemi per l’arrivo del Papa

Vi copio qui sotto le email che ho ricevuto dalla mia amica Silvia, che domenica 17 giugno ha portato aiuti nella bassa modenese colpita dal terremoto in Emilia. Leggete com’è davvero la situazione degli sfollati che non sono nei campi della protezione civile…e cosa è stato chiesto loro in vista dell’arrivo del Papa:

«Solo un breve resoconto del nostro giro di domenica 17 giugno nel territorio modenese e delle notizie che mi sono appena arrivate.

La situazione continua ad essere critica in varie zone che abbiamo visitato e, in particolare dalle ultime notizie che ho appena ricevuto, a Rovereto di Novi.
Per critica intendo che continuano ad esserci estese fasce della popolazione che non ricevono ancora aiuti diretti dalla Protezione Civile, nè dalle amministrazioni locali.
Ho percepito molta rabbia tra le persone che abbiamo incontrato domenica, perché sembrano esserci zone del territorio in cui la protezione civile funziona benissimo (ci è stato citato per esempio il campo di Concordia sul Secchia, che offre aiuti anche ai privati), mentre in altre zone (Mirandola, Rovereto di Novi, San Prospero) gli aiuti ai privati non arrivano, in quanto vengono distribuiti solo alle persone registrate all’interno dei campi (sottolineo che tutti quanti elogiano il lavoro dei volontari, siano essi della protezione civile, dei vigili del fuoco, della croce blu, ecc… la rabbia è rivolta in particolare verso le amministrazioni locali e regionali).

La scelta di chiedere o meno di entrare nei campi dipende da molti fattori, mi è sembrato di capire che molti preferiscano rimanere nel proprio giardino di casa piuttosto che entrare in un sistema rigido come quello dei campi. Oltretutto, riescono ad attaccarsi alla corrente elettrica degli impianti che sono risultati illesi o tirano dei tubi dall’impianto dell’acqua per il giardino e riescono almeno a farsi delle docce fredde (abbiamo visto una doccia da campo creata con dei pannelli e una canna dell’acqua da un giardino, è un esempio di come sopperire alla mancanza di servizi).
Tralasciando le scelte personali, rimane il fatto che chi rimane all’esterno dei campi non ha accesso ai servizi erogati (docce, bagni, generi alimentari, ecc).

Un altro aspetto che mi ha colpito è stato il fatto che chi ha la casa agibile, ma ha perso il lavoro, deve continuare a pagare il mutuo.
Riporto il caso di G., di un quartiere nuovo residenziale di Mirandola: suo marito è in cassa integrazione perché l’azienda è crollata, lei ha perso il suo lavoro di domestica e il loro appartamento è stato dichiarato agibile dopo la prima verifica dei vigili del fuoco. Per potervi risiedere devono aspettare la seconda verifica, che avviene solitamente dopo 20 giorni, e intanto dormono fuori casa. E’ riuscita a prendere vestiti e un materasso da mettere in tenda e si sono accampati nel giardino di fronte al condominio, ma il problema ora è pagare le rate del mutuo: avendo perso il lavoro e dovendo far conto solo sulla cassa integrazione del marito, la situazione per lei non è facile.

Abbiamo di nuovo incontrato molti anziani che aspettano che le scosse si calmino per poter rientrare in casa.
Il problema qui è che la gente rischia di essere ammazzata dai propri mobili: tutti ci han parlato di grandi devastazioni all’interno degli appartamenti, delle case. Dopo l’allarme dato dall’INGV su possibili nuove forti scosse, ancora la maggior parte della gente ha paura di rientrare.
A Mirandola si è parlato anche di spostare la gente che vive nelle tendopoli o nei giardini in casette di legno prefabbricate….ma questa soluzione viene criticata con forza dalla gente che abbiamo incontrato.

A Rovereto di Novi, poi, abbiamo fatto la scoperta di un campo autogestito da privati che ospita un centinaio di persone.
Pensate che la protezione civile ha parcheggiato un paio di mezzi, và a mangiare pure nel tendone dove vengono distribuiti i pasti (cucinati con gli aiuti che vengono mandati da privati come tutti noi) e non ha fatto altro: queste persone si sono arrangiate in tutto e per tutto, tramite Facebook e internet si sono messi in contatto con gruppi di volontari e ricevono aiuti per poter andare avanti. Parliamo di gente che si è vista la casa sbriciolare davanti agli occhi, con tutti i propri averi dentro.

La domanda è: come mai in alcune zone l’assistenza sembra funzionare e in altre (molte altre) è un disastro totale?…l’unica risposta che mi sono data è che dipende dall’amministrazione, ogni comune gestisce l’emergenza in modo diverso, e i cittadini vengono quindi assistiti in modi qualitativamente molto diversi.
Per esempio, in alcune zone è stata predisposta una “carta sconto” per fare la spesa nei supermercati che stanno riaprendo….di questa carta ne sono a conoscenza ben pochi, la maggior parte non ha mai neanche parlato con un funzionario pubblico o un amministratore pubblico, e quindi non accedono a questi servizi.


Cambiando discorso, ho appena sentito D., un volontario di Rovereto sul Secchia: mi ha chiamato per dirmi che, in previsione della visita del Papa martedì prossimo a Rovereto (frazione dove è morto il parroco in chiesa), oggi è stato notificato dalla polizia comunale a tutte le persone che vivono nei campi autogestiti che devono andarsene!
Per liberare le strade e far vedere che è tutto a posto, questa gente viene fatta sloggiare!
Si parla di centinaia di persone che non possono entrare nel campo della protezione civile (il campo da 150 posti è già pieno) e che ora devono pure “spostarsi da qualche parte”.
La ragione per cui molti decidono di stare vicino alle case pericolanti, come vi dicevo prima, è che riescono ad attaccarsi all’energia elettrica per far funzionare i camper o le roulotte o poter usare l’acqua dell’impianto del giardino.

Dove andranno queste persone? Ovviamente la campagna è grande, no? l’amministrazione locale avrà pensato di mandarli a bivaccare in mezzo ai campi, vicino ai fossi…a parte l’ironia, vi assicuro che sono molto arrabbiata di queste ultime notizie e vi prego di farle girare.»

Un punto di riferimento importante sulla situazione a Rovereto è questo: http://insiemexrovereto.com/
Chi volesse portare direttamente degli aiuti può contattare direttamente i ragazzi di Rovereto a questa email: insiemexrovereto@gmail.com

Aggiornamento sulla visita del Papa a Rovereto:
«Come vi avevo accennato nella precedente email, l’amministrazione di Novi di Modena ha richiesto alle persone dei campi autogestiti di spostarsi dalle zone limitrofe al centro storico di Rovereto (zona rossa, completamente inagibile) per non intralciare la visita del Papa martedì prossimo, che visiterà le macerie della chiesa dov’è morto il parroco.
L’idea era quella di spostare un centinaio di persone in un campo assolato vicino agli impianti sportivi.
Ieri sera ho sentito D., il volontario con cui siamo in contatto, mi ha informato che la gente di Rovereto ha opposto totale resistenza per non essere trasferita, perché al momento sono sistemati con le tende sotto gli alberi – e in questi giorni ha fatto più di 40° da quelle parti e nessuno va a suicidarsi in tenda sotto il sole – e poi per far vedere bene al Papa e alle televisioni/fotografi che seguiranno l’evento di come sia realmente la situazione.
Immagino che, visto il livello di tensione che c’è da quelle parti, l’amministrazione abbia dovuto desistere…e per fortuna.»