5 cose che faccio prima di partire per un viaggio all’estero

Prima di partire per un viaggio all’estero cerco, quando ho tempo, di prepararmi facendo queste 5 cose:

  • Verifico la situazione politico-economica

    Ero in Australia nel 2011, nel periodo in cui si discuteva la carbon tax, e mi è stato utile sapere chi fosse la Gillard per capire il dibattito tra i miei colleghi dei Phillip Island Nature Parks. Negli ultimi anni poi sono stata varie volte in Grecia e, comprensibilmente, la visita a Piazza Syntagma e gli scioperi visti hanno avuto per me un’accezione particolare, dato il contesto economico-politico attuale.

  • Ripasso la lingua

    Col tedesco e con l’inglese non ho problemi, ma se devo tornare in paesi di lingua spagnola cerco di ripassare almeno il subjuntivo o lo spanglish, magari facendo qualche esercizio tratto da un corso di spagnolo online. In alternativa cerco qualche telenovela trash, o, come ho fatto ultimamente, mi rivedo un film di Almodòvar in lingua originale, invidiando l’accento della Cruz. So che in molti paesi riuscirei a farmi capire bene anche a gesti se lo volessi, ma avendo la passione delle lingue non posso ignorare l’aspetto linguistico del mio viaggio. E poi se non sapessi dire un secco «No» in kiswahili probabilmente ora sarei ancora a contrattare prezzi di braccialetti in un mercatino del Kenya…

  • Mi segno qualche piatto tipico (vegetariano) da provare

    Che siano karelian pies, melitzanosalata, jacket potatoes, okra o pad thai, devo tornare da ogni viaggio avendo assaggiato almeno un piatto vegetariano tipico. E finora mi è sempre andata benissimo…anche quando ho tentato di replicarli a casa.

  • Mi informo sulle differenze culturali

    Mangiare con la mano sinistra può sembrare normale da noi, ma per non offendere un musulmano mi sono imposta di mangiare solo con la destra, una volta. Queste sono le differenze culturali e le tradizioni su cui cerco di informarmi. Perché senza queste conoscenze, ad esempio, potresti rimanerci male quando un coreano a tavola con te assaggia un piatto che non ha ordinato lui…

  • Cerco un po’ di natura da scoprire

    Mi sono accorta che in ogni viaggio che faccio tendo a cercare la natura. Per questo mi preparo prima per scoprire angoli di natura da vedere anche in città, magari un parco o un centro di recupero di fauna selvatica. È così che ho scoperto l’oasi nella stazione di Atocha a Madrid e l’Healesville Sanctuary vicino a Melbourne.

E tu? Cosa fai in vista di un viaggio all’estero?

3 commenti su “5 cose che faccio prima di partire per un viaggio all’estero”

  1. In vista di un viaggio, oltre a preparare meticolosamente l’itinerario con tanto di elenchi puntati e google maps, mi impongo una regola fondamentale: mai mangiare italiano. Mai, a costo di morire di fame. 🙂
    Oltre ad avere la quasi-certezza di non trovare cibo all’altezza, sarebbe uno spreco, visto che in vacanza credo sia necessario “immedesimarsi” il più possibile con i locals. E, sì, se ora avessi la possibilità, mangerei molto volentieri certe… schifezze che questa estate ho mangiato in Scozia ed Irlanda!

    Sono sorpreso dalla questione della mano sinistra. Ho mangiato un po’ di volte con musulmani, mi spiace non aver mai saputo nulla in merito… qual è la ragione?
    In quanto mancino, trovo piuttosto complicato mangiare con la destra, ma è bene sapere certe cose.

    Un particolarità che ho notato, anche se non sono sicuro se sia una casualità o meno, è che nessun occidentale, a differenza degli italiani, anche in confidenza, ti dirà: “vuoi provare?”, offrendoti un po’ del suo piatto/panino.
    Anche quando, raramente, ho chiesto a mia volta se qualcuno volesse qualcosa, nessuno ha mai accettato.

    • Elenchi puntati e Google Maps! Genio.
      Anche io evito l’italiano…ma dai, non dirmi che non si trova cibo all’altezza perché non è vero! Io trovo ottime le cucine greche, thailandesi, indiane,…e molte altre. Però sono d’accordo con te, in vacanza preferisco entrare il più possibile nelle culture locali. E vedrai che ciò che hai mangiato in Scozia e Irlanda non era poi una schifezza, se no non saresti qui a ripensarci ora ;D

      Per quanto riguarda la mano sinistra, detto proprio grossolanamente: nel’Islam la mano sinistra è quella con cui ci si lava, quindi è la mano ‘sporca’ e non la si usa per portare il cibo alla bocca per questo motivo.

      E sulla condivisione…non saprei. Ho amici finlandesi che sono schifati all’idea di far assaggiare il cibo a altri amici con la stessa forchetta, ma credo sia più un caso che altro. In Spagna mi è andata molto diversamente. Credo che, semplicemente, siano gusti personali, no?

      • No no, aspetta, non volevo intendere che, in generale, non si trova cibo all’altezza, ma che i ristoranti italiani all’estero (certo, con le dovute eccezioni, ma in tanti posti c’è da mettersi le mani nei capelli… questa è una famosa PIZZARIA americana http://i.imgur.com/3NhB5xU.jpg 😀 ), di solito, non offrono cibo all’altezza di quello mangiabile in italia. Preferisco sempre ripiegare sulla cucina locale o, in mancanza, sui sempreverdi korean, jap ed indian. 😉
        Fosse per me, domani pranzerei a base di carne scozzese con gravy, patate e verdure irlandesi, mushroom soup, scottish fudge iperdolce e Baileys cheesecake… le chiamo schifezze solo scherzosamente, in quanto non tutte propriamente salutari. 😀

        Interessante la questione della mano. Cercherò di fare più attenzione in certe situazioni (anche se, con la destra, mangio come un bambino di dieci anni, e scrivo come uno di cinque).

        E’probabile che la questione della condivisione cibo sia solo una casualità… forse è dovuta al fatto di interagire, di solito, più spesso con stranieri di cultura anglosassone e più in generale nordeuropea, che non latina. Non saprei.

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