Impressioni dal mio #Viaggiointesta a Tokyo e Hong Kong

Sono tornata da qualche giorno dal mio viaggio a Tokyo e Hong Kong, dove ho accompagnato il vincitore del primo #ViaggioInTesta di Ubi Banca a scoprire l’Estremo Oriente. Alessio è stato il fortunato estratto da questa prima manche del concorso ViaggioInTesta e con la sua fidanzata ha scelto di visitare l’Asia. ViaggioInTesta però prosegue, quindi se avete meno di 30 anni vi consiglio di tentare la fortuna su viaggiointesta.it e incrociare le dita: in palio ci sono viaggi a Mumbai e a New York!

Io fisicamente sono tornata, ma con la testa sono ancora in Asia. Mi ritrovo a ricercare Hong Kong nella Chinatown di Milano, e a ripensare a Tokyo mentre bevo il tè matcha alla mattina. L’Asia mi è rimasta dentro.

Abbiamo visitato Tokyo in pochi giorni, ma siamo stati sempre in giro dalla mattina alla sera e siamo riusciti a visitare tutte le aree più caratteristiche della città: la vivace Shinjuku, l’affollata Shibuya con la statua di Hachiko, la ricca Ginza, l’elegante Roppongi. Abbiamo visitato il museo di Taro Okamoto e il museo Ota delle stampe ukiyo-e di Hiroshige, e siamo rimasti ammaliati dai colori accesi di Takeshita-dori a Harajuku. Ma abbiamo anche trovato il tempo di visitare il tempio scintoista più popolare della città (Meiji-jingu), e il tempio buddhista di Asakusa, dove abbiamo anche approfittato del mercatino per acquistare regalini e souvenir. E siamo rimasti meravigliati dalla tecnica di potatura a bonsai che abbiamo ammirato ai Giardini Hamarikju, ai Giardini Imperiali e al Parco Ueno.
Per non parlare della cucina: sushi, sashimi, miso, umeboshi, ramen e i sapori dell’umami, così caratteristici e riconoscibili, eppure così ben bilanciati in ogni piatto. Il tutto rigorosamente accompagnato da tè sencha e matcha.

Il tè al gelsomino ha invece contraddistinto la nostra tappa a Hong Kong, raggiunta con un volo Cathay Pacific da Haneda. A Hong Kong il primo impatto è stato molto forte, dato che venivamo dall’ordine, dal rigore e dal silenzio tipici del Giappone: ci siamo ritrovati in una grande metropoli il cui centro (attorno a Nathan Road, via dello shopping) è piuttosto caotico e affollato, ma ben presto abbiamo avuto l’opportunità di scoprire anche gli angoli più tranquilli dell’arcipelago. Dormivamo a Kowloon ma ci siamo spostati spesso. Sull’isola di Hong Kong abbiamo visitato alcuni quartieri molto sobri ed eleganti, e camminando sulla passerella elevata più lunga del mondo abbiamo raggiunto la via dell’antiquariato e il tempo di Man Mo, il più antico tempio scintoista della città. Abbiamo fatto tappa anche all’Hong Kong Park, un vero paradiso naturale nascosto tra i grattacieli!
Ma la parte che ci ha colpiti di più è stata senza dubbio l’isola di Lantau. Qui le mucche girano libere, le persone sono poche e il ritmo è lento, e si può fare un salto indietro nel tempo visitando il villaggio di pescatori di Tai O, costruito su palafitte. E a Lantau con grande emozione siamo saliti fino al Grande Buddha, una statua di bronzo alta 44 metri che sovrasta l’isola dalla cima di una collina. Abbiamo mangiato vegetariano accanto a un monastero buddhista e ci siamo riconciliati con la natura.
E la cosa più sorprendente è che sempre sull’isola di Lantau si trova anche una parte ipermoderna di Hong Kong: l’aeroporto è qui, e non distante c’è Cathay City, il quartier generale della compagnia aerea, che abbiamo visitato per vedere da vicino l’hub e la vita dell’equipaggio Cathay.
Nella nostra visita a Hong Kong non sono mancate le tappe al Picco Vittoria, il punto piu’ alto dell’isola, alla baia di Repulse bay con i suoi templi cinesi e a quella di Aberdeen con il suo villaggio galleggiante.
Questo viaggio tra Cina e Giappone è stato un piacevole assaggio di Oriente, che ci ha portati a scoprire le bizzarrie dei giapponesi e le curiosità della vita a Hong Kong.

Questi sono sicuramente posti dove tornerò!